venerdì 25 dicembre 2015

Repubblica Italiana 1991 - 500 Lire "Ponte Milvio"


La prima menzione del ponte risale al 207 a.C., in relazione al ritorno dalla battaglia del Metauro nel corso della seconda guerra punica. Il ponte doveva essere a quest'epoca ancora in legno e la sua costruzione deve essere attribuita ad un Molvius (appartenente alla gens Molvia, attestata dalle fonti).

Nel 110-109 a.C. il censore Marco Emilio Scauro ricostruì il ponte in muratura.

Quattrocento anni dopo, nel 312, nelle campagne gravitanti verso il ponte, ebbe luogo la battaglia tra Costantino I e Massenzio nota come battaglia di Ponte Milvio o battaglia di Saxa Rubra; qui, secondo la leggenda, Costantino ebbe la visione della Croce recante la scritta: 
"In hoc signo vinces" che lo incoraggiò alla battaglia, e alla seguente integrazione dei cristiani nell'impero. 

Questa moneta è stata eletta moneta dell'anno fra quelle del 1991 
dai lettori del World Coins News negli Stati Uniti.

Del ponte romano restano le tre arcate centrali. Il ponte era stato danneggiato dalle vicende belliche medioevali (vi era stata inoltre costruita sull'imboccatura settentrionale una fortificazione di forma triangolare nota come Tripizzone sulla base di una torre difensiva del III secolo) ed era conosciuto come ponte Mollo. Nel 1429 si ebbero i primi restauri sotto papa Martino V e i lavori furono affidati a Francesco di Gennazzano. Nel 1458 furono eliminate delle parti in legno e fu demolita la fortificazione medioevale. Nel 1805, sotto papa Pio VII, altri lavori di restauro furono affidati a Giuseppe Valadier: questi ricostruì le arcate alle estremità, che erano state sostituite da ponti levatoi in legno, ed edificò all'imbocco settentrionale una torre in stile neoclassico. Il ponte fu fatto saltare da Garibaldi nel 1849 per ostacolare l'avanzata delle truppe francesi e fu restaurato sotto papa Pio IX nel 1850. In questa occasione vi fu aggiunta una statua dell'Immacolata, opera dello scultore Domenico Pigiani, mentre già ne esisteva una di San Giovanni Nepomuceno. Un gruppo raffigurante il Battesimo di Gesù, collocato all'imbocco sud, è stato spostato nell'atrio del Museo di Roma a palazzo Braschi. Nel 1951 fu terminata la costruzione del ponte Flaminio che ne ha ridotto la funzione. Dal 1978 è chiuso al traffico veicolare.

Ponte Milvio - Piero della Francesca


Nome della Moneta
“2100 ANNI DALL’EDIFICAZIONE DI Ponte Milvio di Roma”
Descrizione Moneta
Diritto: Il ponte Milvio corona la testa femminile simboleggiante l’Italia, le cui chiome si trasformano nelle acque fluenti del fiume Tevere e avvolgono lo stemma della città di Roma. In giro, la scritta “REPVBBLICA ITALIANA” e stella. In basso, il nome dell’autore “DRIUTTI”.
Rovescio: Raffigurazione del ponte Milvio da una stampa del Piranesi. In alto, “PONTE MILVIO MMC”. Nel campo a destra, il millesimo “1991” ed il segno di Zecca “R”. Nell’esergo, “L. 500”.
Data di emissione
Coniata dalla Zecca di Roma nell'anno 1991
Contorno
Fregi, stelle e “R.I.”, ripetuti tre volte.
Metallo
Argento 835
Diametro
32 mm
Valore
500 Lire
Peso
15 gr.
Zecca
Roma (R)
Tiratura
58.500 in FDC e 13.500 a FS
Autore
Eugenio Driutti
Legislazione
Legge 21/11/1957, n. 1141; D.M. 11/02/1991

Eugenio Driutti

Eugenio Driutti, incisore medaglista, nato a Tarcento (Udine) il 14 Gennaio 1949, fa parte di quella scuola friulana che si è andata affermando nel mondo dell’incisione con maestri quali Guerino Mattia Monassi, Pietro Giampaoli e Francesco Giannone.
Finito il ciclo di studi professionali, Driutti entra in una bottega artigiana di Udine ove apprende le arti finissime del cesello e del tutto tondo.
Nell'anno 1971 - 1972 vince una borsa di studio messa in palio dalla Numismatica Friulana che gli permette di frequentare e di diplomarsi alla "Scuola dell'Arte della Medaglia - Giuseppe Romagnoli -", presso la Zecca di Stato.
Driutti diventa così padrone della tecnica, modellatore raffinato capace di trasmettere al metallo quel particolare e prezioso spirito per cui l'opera d'arte desta emotività ed ammirazione.
Nascono in questo periodo i Cofanetti bronzei di Udine, San Daniele, Grado, Palmanova, Cividale, Pordenone ed innumerevoli medaglie per Enti e privati.
Dal 1981 è incisore presso la Zecca di Stato.
Tra le sue opere più significative di questo ultimo periodo ricordiamo le medaglie per il "Centenario della Nascita di Padre Pio", per il "250° Anniversario della Fondazione del Real Teatro S. Carlo" di Napoli, per l'avvenimento "Vertice U.S.A." sul disarmo. Eugenio Driutti ha preso parte a tutte le più importanti esposizioni di arte della medaglia, nazionali ed internazionali riportando sempre ottimi giudizi ed importanti riconoscimenti.
Le monete dell'Italia repubblicana firmate da Driutti (E. DRIUTTI) sono molte e, senza alcun dubbio, tra le più belle e le più godibili.


La più apprezzata per le critiche espresse e per i numerosi riconoscimenti ottenuti:

- 500 lire dell'anno 1991, celebrativa per 1 “2100 Anni dell’Edificazione di Ponte Milvio”.

Vive e lavora a Roma.

(Articolo tratto da http://mebnet.altervista.org/Libro/index.htm di Franco Rizzi)

mercoledì 23 dicembre 2015

Lettonia 2015 - “Cicogna nera”


La cicogna nera è leggermente più piccola della cicogna bianca: è lunga 95 cm, per circa 3 kg di peso. L'apertura alare può raggiungere e superare (anche se di poco) i 2 m. Fatta esclusione per il ventre ed alcune penne ascellari di colore bianco, è di colore nero, con sfumature verdi/viola metalliche che si vedono solo in casi particolari di luce. Becco, zampe e circolo oculare sono di colore rossiccio. I giovani sono di un colore verde nerastro opaco. Le zampe e il becco sono grigio-verdi. La cicogna nera nidifica in buona parte d'Europa e Asia, dalla penisola iberica fino alla Cina settentrionale, escludendo però le zone più settentrionali (Scandinavia e Siberia). Gli esemplari europei vanno a svernare in Africa, lungo le cose mediterranee, nel Sahel o lungo la Rift Valley, mentre gli esemplari asiatici svernano tra la penisola indiana e la Cina meridionale. In alcune zone della Spagna e dell'Africa meridionale è stanziale. Frequenta ambienti diversi in base al periodo: durante le migrazioni la si rinviene in molti ambienti, come paludi, prati umidi, risaie, marcite. Nidifica invece in boschi umidi o foreste vicine a zone umide, prevalentemente nel Nord Europa, e pareti rocciose (prevalentemente in zone con clima mediterraneo, come Spagna, Grecia o Italia meridionale), in ogni caso in zone lontane da insediamenti umani o disturbi antropici (da Wikipedia).


Nome della Moneta
“Cicogna nera”
Descrizione Moneta
Al centro della moneta una cicogna nera. In basso la scritta "LATVIJA 2015". Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea. Autore: Olga Šilova. E’ inclusa nella Divisionale FDC "Cicogna" e in una coincard FDC.
Data di emissione
Emessa l' 1 dicembre 2015 per commemorare la cicogna nera.
Contorno
Finemente zigrinato con il motivo "DIEVS* * * SVĒTĪ* * * LATVIJU* * *" ("DIO BENEDICA LA LETTONIA").
Metallo
Bimetallica. Parte esterna: rame-nichel; parte interna tre strati: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone.
Diametro
25,75 mm
Spessore
2,20 mm
Peso
8,5 g
Zecca
Vilnius
Tiratura
1.010.000


martedì 22 dicembre 2015

Lussemburgo 2015 - “30° anniversario bandiera europea”


La bandiera europea simboleggia sia l'Unione europea, che l'unità e l'identità dell'Europa in generale. La bandiera europea è costituita da un cerchio di 12 stelle dorate su uno sfondo blu. In particolare, sul diritto, al centro della moneta, le dodici stelle della Bandiera Europea che si trasformano in dodici figure umane rappresentano gli ideali di solidarietà e armonia tra i popoli che abbracciano la nascita di una nuova Europa. Anche il cerchio è simbolo di unità, ma il numero delle stelle non dipende dal numero dei paesi membri. La bandiera nasce nel 1955. Il Consiglio d'Europa, impegnato nella difesa dei diritti umani e nella promozione della cultura europea, sceglie il disegno in uso ancora oggi. Negli anni seguenti incoraggia le nuove istituzioni europee ad adottare la stessa bandiera. Nel 1983 il Parlamento europeo decreta che la bandiera della Comunità sia quella già usata del Consiglio d’Europa. Nel 1985, i capi di Stato e di governo dei paesi membri ne fanno l'emblema ufficiale della Comunità europea, poi diventata "Unione europea". Inoltre, tutte le istituzioni europee hanno ora un proprio emblema.

Sua Altezza Reale il Granduca Henri

Nome della Moneta
“30° anniv. bandiera europea”
Descrizione Moneta
Al centro della moneta è raffigurata la bandiera dell'UE quale simbolo dell'unione di popoli e culture che condividono visioni e ideali per un futuro comune migliore. Le dodici stelle che si trasformano in figure umane rappresentano la nascita di una nuova Europa. In alto a destra figurano, a semicerchio, il paese di emissione "LËTZEBUERG" e gli anni "1985-2015".
Al centro della Bandiera vi è l'effige dell'Altezza Reale il Granduca Henri. In basso a destra le iniziali dell'autore Georgios Stamatopoulos. Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea.
Data di emissione
Emessa il 10 dicembre 2015 per commemorare il 30° anniversario della bandiera europea.
Contorno
Finemente zigrinato con il motivo “2” in incuso, seguito da due stelle a cinque punte, ripetuto sei volte alternativamente dal basso in alto e viceversa.
Metallo
Bimetallica. Parte esterna: rame-nichel; parte interna tre strati: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone.
Diametro
25,75 mm
Spessore
2,20 mm
Peso
8,5 g
Zecca
Utrecht
Tiratura
510.000

mercoledì 16 dicembre 2015

La Scuola dell'Arte della Medaglia



La Scuola dell’Arte della Medaglia è una scuola d’arte fondata nel 1907 nella Zecca dello Stato. È una scuola unica al mondo, vale a dire nessuna Zecca delle altre nazioni ha nel suo contesto produttivo una scuola d’arte. Fondata per formare e specializzare giovani artisti nelle arti connesse alla realizzazione delle monete e delle medaglie, nel tempo è divenuta una scuola-laboratorio di eccellenza in cui l’arte, la tecnica e l’alto artigianato si attuano nelle antiche tecniche del metallo, della modellazione e dell’incisione.

La sua istituzione è legata alla storia della Nazione. Con la nascita del Regno d’Italia nel 1860 fu necessario creare un sistema di valori e di grandezze unitario che subentrasse alle diverse monete in circolazione sul territorio e rappresentasse il nuovo Stato, con immagini dal linguaggio e dallo stile unitario, accettato e compreso da tutti. La moneta è uno dei principali mezzi simbolici e di identità di una nazione, oltre ad essere un mezzo di espressione artistica di particolare rilevanza al pari della medaglia, che nel nostro paese vanta antiche origini e tradizioni classiche.

Vittorio Emanuele III - 2 lire 1907
Nel 1900 Vittorio Emanuele III, attento collezionista e studioso di monete, diede nuovo impulso alla monetazione sia dal punto di vista estetico che tecnico. Nel 1905, fu istituita dal Re presso il Ministero del Tesoro la “Commissione tecnico artistico monetaria” formata da personalità dell’arte, della numismatica e delle istituzioni, per le decisioni riguardanti l’arte e la tecnica monetale. Contemporaneamente si bandì un concorso fra gli artisti italiani per le nuove emissioni di monete. I risultati del concorso furono giudicati insoddisfacenti e vi furono anche delle difficoltà nella selezione di un nuovo Incisore Capo della Regia Zecca. Tali eventi determinarono in seno alla Commissione l’idea di istituire dei corsi specifici sull'Arte della medaglia e del conio.

La Scuola dell'Arte della Medaglia fu istituita dal Ministero del Tesoro col fine di creare a Roma, all'interno della Regia Zecca, una scuola d’alta specializzazione per «promuovere, con una istituzione a ciò specialmente destinata, il gusto e lo studio per l’arte della medaglistica e della monetazione, per ricondurre questo ramo della plastica alle gloriose tradizioni che un tempo vantava nel nostro Paese. La Scuola dell’arte della medaglia che dovrà addestrare i giovani artisti nella composizione a basso rilievo e nell'incisione delle medaglie e delle monete» (dalla legge istitutiva del 14 luglio 1907, n. 486)” (tratto dal sito dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato).








martedì 8 dicembre 2015

Repubblica Italiana - Le 500 Lire "Caravelle"



Lire 500 Caravelle
La più bella moneta Repubblicana



Ø (mm): 29,50
Peso (g): 11,00
Metallo: argento
Contorno: scritta e data in rilievo REPUBBLICA ITALIANA
Assi: alla francese
Diritto
Tre caravelle (le tre caravelle di Colombo: la Nina, la Pinta e la Santa Maria) con prua rivolta a destra e le punte delle bandiere verso la prua. Intorno REPUBBLICA ITALIANA. Sotto le caravelle indicazione del valore (L. 500). In basso segno di zecca (R).

Rovescio
Busto di donna in abiti rinascimentali. Lungo il bordo gli stemmi di diciannove tra regioni e capoluoghi di Regione (si intravedono altri stemmi coperti dal busto di donna e quindi non visibili). In basso indicazione dell’autore (GIAMPAOLI).
La moneta da 500 lire in argento, dal peso di 11 grammi con diametro 29,50 mm, entrò in circolazione il 28 agosto 1958 (D.M. del 12 aprile 1958) con 24.240.000 pezzi e continuò ad essere battuta fino ai nostri giorni, salvo due brevi intervalli (1962-1963 e 1971-1979); dal 1985 la Zecca realizzò specifiche emissioni in fondo specchio. Ma la circolazione fu in realtà molto breve: dalla seconda metà degli anni '60, infatti, per l’aumentato costo dell'argento le 500 lire "caravelle" furono tesaurizzate, anche se allora il loro valore intrinseco era inferiore a quello nominale, scomparendo dalla circolazione, nonostante l’elevato numero di esemplari emessi, ben 97.840.000 dal 1958 al 1967.

Le 500 lire furono sostituite da un biglietto di stato di uguale valore nominale.

Al diritto la moneta riporta una figura di donna contornata dai 19 stemmi sono di altrettante città o regioni italiane: (dal basso a sinistra) Genova, Torino, Aosta, Milano, Trento, Venezia, Trieste ed Udine, Bologna, Firenze, Ancona, Perugina, Roma, L'Aquila, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Sicilia, Cagliari, Molise e Campobasso. In fondo, il nome dell'autore "Giampaoli". Al rovescio la moneta presenta al centro, tre caravelle. In giro, la scritta "REPVBBLICA ITALIANA". In basso, l'indicazione del valore della moneta "L. 500" e sotto, il segno di Zecca "R". Fra le onde, sulle quali navigano le tre caravelle, in piccolo, a sinistra, il nome dell'autore Veroi. Il bordo è in rilievo, "REPUBBLICA ITALIANA", il millesimo di coniazione, e due gruppi di 3 stellette a destra e sinistra della data. Delle monete repubblicane in argento è l'unica a non aver avuto contenuti e finalità celebrative.


Il progetto

La prima e più famosa moneta d’argento coniata dalla Repubblica Italiana è la moneta da 500 Lire tipo "Caravelle", il merito di questa emissione fu del Ministro del tesoro Giuseppe Medici. Furono le prime monete d’argento della Repubblica Italiana e sono una delle più belle monete coniate dalla Zecca di Roma dall'avvento della repubblica ad oggi.


Letizia Savonitto
Il progetto della moneta era stato affidato a Pietro Giampaoli [1] capo incisore della zecca; il maestro aveva modellato su una faccia del tondello un profilo di donna in stile rinascimentale ispirandosi alla propria consorte, Letizia Savonitto, circondando la figura di stemmi di città e regioni d'Italia.

Questa moneta, questo profilo dell’Italia rinascimentale, voleva dire agli Italiani, che l’Italia dopo tutte le sventure della guerra, dopo la ricostruzione, si avviava verso un nuovo Rinascimento.

Per l'altra faccia del tondello Giampaoli aveva ipotizzato un messaggio naturalistico, una rosa. Ma il fiore si adattava poco allo stile e al messaggio che la moneta doveva dare dopo il periodo buio della guerra e quello difficile della ricostruzione. A questo punto si decise di estendere l'incarico ad altri incisori fra i quali Guido Veroi che ebbe l’idea di collegarsi al primo Rinascimento italiano segnato nella storia dal viaggio di Colombo e della scoperta dell’America. Pensò così alle tre caravelle: la "Nina", "Pinta" e la "Santa Maria" che bene esprimevano questa rinascita.

La coniazione del progetto

Le 500 lire d’argento uscivano per la prima volta nella monetazione italiana, ed il merito di questa emissione fu dell’allora Ministro del Tesoro Sen. Giuseppe Medici. Grazie alla sua instancabile tenacia fu possibile compiere l’iter lungo e complesso che consentì l’uscita di questo nuovo “taglio monetario”. Nel 1957, in concomitanza all’uscita della moneta, volgeva al termine la legislatura italiana, ed il Ministro ritenne che fosse più gradito e significativo, consegnare a tutti i parlamentari, al termine del mandato, in luogo della consueta medaglietta ricordo, la nuova moneta di prova. Qualche tempo prima che si pensasse alle 500 lire d’argento, un progetto, molto caro al Ministro Medici, riguardava l’emissione di una moneta d’oro: il cosiddetto “fiorino” del valore di 10.000 lire. Ma le difficoltà interne ed internazionali fecero si che il progetto dovesse essere rinviato. Pietro Giampaoli, allora incisore capo della Zecca di Stato, modellò un bellissimo profilo muliebre in abiti rinascimentali.

Il tempo, tuttavia, stringeva: si era alla fine del 1957 ed allora il compito di sviluppare il rovescio della nuova moneta fu dato al reparto della Zecca di stato, diretto dall'ingegnere Guido Veroi. L'ingegnere Guido Veroi, ebbe pochissimo tempo per studiare il tema e pensando all'inizio di questo secondo Rinascimento italiano, ebbe l'idea di collegarsi al primo rinascimento che è segnato nella storia dal viaggio di Cristoforo Colombo. Pensò alle tre caravelle, quindi, potevano bene esprimere l’idea di questa nuova rinascita italiana. Dopo aver lavorato una intera notte, per procedere ai vari passaggi dal calco al modello, la mattina seguente, consegnò al Direttore della Zecca il modello con le caravelle. Il risultato fu un successo e fu subito approvata la produzione dei coni di prova.

Pertanto ebbe così inizio la realizzazione della moneta di "prova" del modello preparato da Pietro Giampaoli e Guido Veroi che apprese la notizia della scelta del suo modello leggendola sui giornali. Il tempo tuttavia stringeva, era alla fine del 1957, e la consegna dei pezzi di "prova" ai parlamentari uscenti era un obiettivo irrinunciabile. Finalmente alla fine del 1957 terminarono di coniare 1.004 esemplari con la dicitura PROVA impressa al dritto in basso lungo il bordo e una parte fu data in omaggio ai parlamentari. Il numero di esemplari coniati fu sicuramente superiore, infatti, da indagini svolte dalla Guardia di Finanza si appurò che gli stessi furono probabilmente più di 2.200.


La moneta di PROVA del 1957


Diametro Ø (mm): 29,50
Peso (g): 11,00
Metallo: argento
Contorno: scritta e data in rilievo REPVBBLICA ITALIANA
Assi: alla francese


DirittoTre caravelle (le tre caravelle di Colombo: la Nina, la Pinta e la Santa Maria) con prua rivolta a destra e le punte delle bandiere sono orientate verso la poppa. Intorno REPUBBLICA ITALIANA. Sotto le caravelle indicazione del valore (L. 500). In basso segno di zecca (R). Hanno il millesimo 1957 e, oltre all’orientamento delle bandiere delle caravelle, sono differenti le croci sulle vele e l’altezza dell’albero di mezzana; inoltre la scritta sul taglio riporta REPUBBLICA invece che REPVBBLICA.

Rovescio
Busto di donna in abiti rinascimentali. Lungo il bordo gli stemmi di diciannove tra regioni e capoluoghi di Regione (si intravedono altri stemmi coperti dal busto di donna e quindi inintellegibili). In basso indicazione dell’autore (GIAMPAOLI).

Nel 1951 una medaglia raffigurante il medesimo ritratto, realizzata per ricordare i primi 10 anni di matrimonio, aveva vinto il primo premio all'Esposizione numismatica internazionale di Madrid.

Nella medaglia il profilo era circondato da una dedica in latino di Giampaoli alla moglie che così recitava:

 
“LAETITIA SAVONITTO GIAMPAOLI FORTITVDO ET DECOR VESTIMENTVM EIVS CONFIDIT IN EA COR VIRI SVI EXTOLLE SVPER NOS LVMEN VVLTVS TVI DOMINE DEDISTI LAETITIAM IN COR MEVM VXOR SICVT VITIS ABUNDANS FILII SICVT NOVELLAE OLEARVUM”

(Letizia Savonitto / la forza d'animo e la bellezza sono i tuoi vestiti / confida in lei il cuore di suo marito / Alza sopra di noi la luce del tuo volto o Signore / hai dato gioia al mio cuore / La moglie è come una vite feconda, I figli come una messe di olive). 

Quest’ultima similitudine e tratta dal Salmo 127,3


(Una vera e propria . . . moneta d’amore!)