Progetto


Raccogliere monete è espressione di signorilità d’animo e raffinatezza di gusto; è fonte di studio e quindi patrimonio di cultura. Una collezione di monete fa rivivere nel presente tutto un passato. Le monete sono gli occhi della storia, una visione chiara degli avvenimenti dal VII secolo A.C. ai giorni nostri. E’ un investimento sicuro che si valorizza col moltiplicarsi degli amatori (O.R.).

Repubblica Italiana - 1955
100 Lire
Le monete possono essere collezionate per tipo (una nazione, un sovrano, una zecca, e così via) e per anno. Oppure sia per tipologia che per anno, cioè per tutti gli anni in cui sono state coniate quelle monete. Ogni collezionista numismatico sceglie il proprio ambito con motivazioni estetiche, affettive, economiche, storiche ecc. che spesso e volentieri vanno al di là della mera speculazione. Le monete possono anche essere studiate a scopi scientifici, storici, sociali (da www.lamonetapedia.it/).
E’ proprio questo l’ambito in cui si vuole muovere questo blog.

I collezionisti di monete antiche, medioevali o preunitarie sono, in genere, più interessati di altri al significato storico delle loro monete, mentre i collezionisti che si occupano di una specifica nazione spesso scelgono monete del proprio paese.

Modi comuni di collezionare monete di una nazione sono quelli di avere una moneta di uno specifico taglio per ciascun anno, oppure quello di avere una moneta rappresentativa per ciascuna serie (collezionismo tipologico). 

Così una collezione tipologica della Repubblica Italiana include tutte le serie per i vari tagli (es. dalla lira alla mille lire bimetallica). La collezione termina con l’acquisizione di tutti i pezzi, compresi gli errori di coniazione o le prove. 

I collezionisti di monete mondiali sono spesso interessati ad una area geografia ed alla cultura dei popoli: esempi di collezioni sono quelle per nazione o per continente. Nel collezionismo di monete, lo stato di conservazione è molto importante e da esso dipende il valore della moneta. Vi sono sistemi per la descrizione dello stato complessivo della moneta e vi sono professionisti per perizie numismatiche.

Repubblica Italiana - 2015
1 € "Dante Alighieri"
Già nell’Antica Roma gli imperatori amavano raccogliere e conservare le monete dei territori conquistati. Ma fu alla fine del trecento, agli albori dell'Umanesimo, momento storico in cui vi era l’appassionata ricerca di tutto ciò che si riferiva al mondo classico, che si diede impulso e rigore scientifico agli studi ed al collezionismo numismatico.

Molti personaggi del passato sono stati grandi collezionisti, come il Petrarca, Lionello d'Este, Cosimo de' Medici, e soprattutto il Re Vittorio Emanuele III di Savoia (Re numismatico [1]).

Collezionare monete significa raccogliere preziosi documenti, tasselli, della storia dell'uomo e della sua arte, stimolare la propria voglia di sapere viaggiando con la mente nello spazio e nel tempo.

La moneta, fin dalle sue origini, ha sempre rispecchiato stilisticamente le caratteristiche culturali ed economiche delle varie regioni di appartenenza e, nei secoli, è rimasta intimamente vincolata alla loro storia. Essa ha sempre mantenuto la connotazione di arte ufficiale e quindi il massimo rispetto per la tradizione culturale e religiosa della società; inoltre, quando a partire dall'impero romano si iniziarono a raffigurare, oltre ai ritratti degli imperatori, eventi contemporanei, la moneta assunse anche evidenti finalità politiche.

Ma essa ha spesso acquisito significati anche al di fuori di quelli prettamente economici e culturali. Fin dai tempi più antichi fu utilizzata ad esempio con funzioni decorative, come collane, diademi ed anelli: spesso capolavori dell'oreficeria sono stati creati per sostenere monete e farne risaltare la bellezza. In altre occasioni la moneta è stata impiegata con finalità religiose o per usanze e superstizioni popolari: gli antichi le ponevano nelle mani e nella bocca dei defunti come viatico per l'aldilà (obolo); a Milano, mentre nel 1630 infuriava la peste, tra i vari espedienti per scongiurare il contagio, era diffusa l'usanza di portare al collo monete in argento [2] con raffigurazioni di carattere religioso. Ancora oggi esiste la consuetudine di regalare monete d'oro come porta fortuna.

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[1] Fu studioso di numismatica e grande collezionista di monete, pubblicò il Corpus Nummorum Italicorum (1909 - 1943), opera in 20 volumi dove sono classificate e descritte le monete italiane. Lascerà l'opera incompiuta, in dono allo Stato italiano - Nell’ottobre 1897, durante l’inaugurazione della nuova sede della Società, l’allora principe ereditario, manifesta al prof. Solone Ambrosoli e a Francesco Gnecchi l’intenzione di pubblicare un catalogo ben redatto e abbastanza esteso della propria collezione, che potesse servire di guida generale per le monete medievali e moderne italiane. Negli ultimi mesi del 1910 venne pubblicato il primo volume del Corpus Nummorum Italicorum; i successivi 18 volumi vennero regolarmente alla luce sino al 1943, quando, per le vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, il 20° rimase allo stato di bozza, mentre si andava raccogliendo il materiale per il previsto 21° volume. Il Primo tentativo di un catalogo generale delle monete medievali e moderne coniate in Italia o da italiani in altri paesi rappresenta un lavoro enorme, che raccoglie e aggiorna molto del materiale precedente. Egli oltre ad essere uno studioso volle una monetazione circolante ricca e varia, dando così vita a una vera e propria collezione tra le più belle e seguite. Fece coniare inoltre molte monete in numero limitato esclusivamente per i numismatici. Alla partenza per l'Egitto il 9 maggio 1946, il Re scrisse al presidente del consiglio Alcide De Gasperi: «Signor presidente, lascio al popolo italiano la collezione di monete che è stata la più grande passione della mia vita.» Tale collezione è oggi parzialmente esposta nel piano seminterrato di Palazzo Massimo alle terme a Roma. Il Corpus Nummorum Italicorum è visionabile nel sito qui riportato http://www.numismaticadellostato.it/index.do.
[2] L’argento è un potente antibiotico naturale usato per migliaia di anni. Le proprietà mediche dell’argento erano già conosciute ai tempi dell’antica Grecia. Si era notato che nelle famiglie in cui si mangiava utilizzando utensili in argento, ci si ammalava difficilmente e le infezioni erano rare. Questa conoscenza si è tramandata tra Re, Imperatori, Zar, Sultani, tra i loro familiari e tra i membri di corte. Si mangiava su piatti d’argento, si beveva da coppe d’argento, si utilizzavano posate in argento, il cibo veniva conservato in contenitori d’argento e, nel tempo, delle piccole quantità d’argento si mescolavano ai cibi. Dopo una o due generazioni, i benefici dell’argento rendevano praticamente immuni a qualsiasi malattia infettiva. Questi lignaggi reali venivano chiamati “Sangue Blu” per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro. La comune gente dal sangue rosso, invece, mangiava da piatti di terracotta utilizzando utensili di ferro e si ammalava spesso, mentre i reali non erano soggetti a malattie infettive, addirittura fin dal concepimento. “Abbiamo riscoperto che l’argento elimina i batteri, un fatto noto da secoli … ma con la scoperta degli antibiotici gli usi dell’argento come antibiotico sono stati abbandonati.” (Dr. Robert O. Becker, M.D.).

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