All'interno della moneta il ritratto dell'artista fiammingo Jan van Eyck; a sinistra la sua firma; a destra l'anno di emissione "2020" e il segno “BE", che identifica il Belgio; in alto la scritta "J. van Eyck"; in basso una tavolozza del pittore, che contiene due pennelli e le iniziali dell'autore Luc Luycx "LL", il caduceo, simbolo della zecca olandese, lo stemma del comune di Herzele, segno del direttore di zecca del Belgio Ingrid van Herzele. Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea.
E’ inclusa in una Coincard FDC, in un Cofanetto FS e in un set Prestige FS.
Emessa a novembre 2020 per commemorare il 630° anniversario della nascita di Jan van Eyck, pittore fiammingo.
Jan Van Eyck nacque intorno al 1390 a Maaseik e morì a Bruges 1441.
Elogiato dai contemporanei come “il principe dei pittori del nostro secolo”, fu l'iniziatore della scuola fiamminga, ed uno dei grandi maestri della pittura gotica. Jan van Eyck iniziò la sua carriera artistica eseguendo alcune miniature del Libro d’ore che probabilmente appartenne a Guglielmo di Baviera. A questo periodo risalgono anche le sette pagine miniate delle Ore di Torino, di cui quattro andarono distrutte nell'incendio della biblioteca nazionale nel 1904, mentre le tre rimanenti si trovano tuttora nel Museo Civico di Torino.
Anche in questi primi lavori del pittore, è evidente il vivo interesse naturalistico che si esprime in delicate e vibranti rappresentazioni paesaggistiche. Il pittore rimase all'Aia dal 1422 al 1424, al servizio di Giovanni di Baviera conte di Olanda. Nel 1425 Jan Van Eyck passò a Lille al servizio del duca di Borgogna, Filippo il buono, del quale fu non solo pittore ufficiale, ma anche intimo amico, consigliere e agente segreto. Si sa di due missioni all'estero, nel 1426 e nel 1429, quest'ultima in Portogallo per trattare il matrimonio della figlia del re con il duca e che determinò l'inizio della profonda influenza dell'arte fiamminga su quella Portoghese.
Jan Van Eyck nel 1430, ormai celebre pittore, si stabilì a Bruges dove lavorò con il fratello Hubert, perfezionando il suo senso della prospettiva che, a differenza della scuola di Rinascimento Italiano, che era impegnata in una ricerca artistica volta a suggerire la spazialità del dipinto per fondare insieme in uno spazio omogeneo, avvenimento e architettura, Van Eyck catturava la realtà concreta nelle sue esatte proporzioni, senza ricorrere apparentemente a calcoli matematici. Lo stile di Jan van Eyck dedicandosi con tanta passione alla natura che conteneva gli avvenimenti dipinti, costituiva per la pittura fiamminga un notevole progresso, dato che fino a pochi decenni prima, sia il paesaggio sia l’architettura che includevano la storia sacra erano solo fondi schematici, simili a scene teatrali.
(Tratto dal sito web www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/jan_van_eyck)
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