domenica 3 novembre 2019

Repubblica Italiana 1975 - 500 Lire “Michelangelo Buonarroti”


In occasione del cinquecentenario della nascita di Michelangelo Buonarroti la zecca ha coniato una moneta d'argento dal valore nominale di 500 lire con millesimo 1975. Esaminiamo la moneta.
Al Dritto è ritratto al centro Michelangelo Buonarroti volto a sinistra, in giro è scritto "REPVBBLICA ITALIANA" mentre, nell'esergo, sono poste le firme del modellista Pietro Giampaoli e dell'incisore Guerrino Mattia Monassi; più sotto è posta la data.


Al Rovescio è riprodotta l'immagine della Sibilla Delfica, tratta dall'affresco della volta della Cappella Sistina. Ai suoi lati della moneta, sono riportate le date di nascita e morte dell'artista 1475 e 1564. In giro è scritto "MICHELANGELO BVONARROTI" mentre l'indicazione del valore e il segno di zecca R sono in esergo. Nel contorno: "REPVBBLICA ITALIANA" in rilievo.
  • Diametro della moneta 29 mm
  • Peso di 11 gr. 
  • Titolo dell'Argento è di 835/1000
  • Tiratura è di 269.752 esemplari.

Questa moneta, pur recando il millesimo 1975, è stata emessa solo cinque anni dopo, con DPR del 30 ottobre del 1980. La moneta è presentata nella sola versione fior di Conio confezionata in astuccio.

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La Sibilla Delfica venne affrescata da Michelangelo Buonarroti tra il 1508 ed il 1510 circa e fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma, commissionata da Giulio II.
La Sibilla Delfica fa parte della serie dei Veggenti, collocati su ampi troni architettonici sui peducci. Ognuno di essi è affiancato da un paio di giovani assistenti e sta in un grande scranno marmoreo, tra due plinti con finti altorilievi di putti a coppie, in varie posizioni. Il loro nome è scritto (in questo caso DELPHICA) in tabelle sotto la piattaforma che fa da base al trono, rette da un putto.

La Sibilla Delfica sta svolgendo un rotolo a sinistra, col corpo girato in quella direzione e il braccio sinistro alzato, ma il suo sguardo è ruotato frontalmente, metà in luce e metà in ombra, e gli occhi guardano a sinistra, con un'espressione di sorpresa, quasi a vedere l'avvento del Signore che conferma la profezia. L'effetto di movimento, oltre che dalla torsione, è amplificato dalle volute del mantello azzurro con cappuccio, foderato di arancio, e dalle pieghe della tunica verde chiaro. Sul volto si vedono ancora le tracce ortogonali incise per disegnare l'ovale della testa e l'altezza degli occhi. Dietro di lei, a sinistra, si vedono due assistenti, uno che legge un libro e l'altro che lo regge. 

La serie dei Veggenti è una serie di affreschi con Profeti e Sibille, realizzati da Michelangelo Buonarroti tra il 1508 e il 1512. Ciascuno ha un'altezza variabile tra i 260 e i 298 cm.
Michelangelo dipinse le scene della volta, come è noto, procedendo da est verso ovest, cioè in maniera contraria allo sviluppo delle storie sulla Genesi nei riquadri centrali. In particolare avviò a dipingere dalla porzione sopra l'ingresso cerimoniale fino all'altare. Furono necessarie due fasi, per via del ponteggio che copriva metà della cappella e che dovette essere smontato e rimontato. La metà dei lavori doveva essere probabilmente all'altezza originaria della transenna marmorea, più o meno al centro della cappella, di solito indicato in corrispondenza della Creazione di Eva nella quinta campata. La prima fase andò dal 1508 al 1510; la seconda dall'autunno del 1511 all'ottobre del 1512.

I dodici Veggenti, dalle forme vigorose e sovradimensionate, sono collocati su ampi troni architettonici sui peducci. Ognuno di essi è affiancato da un paio di giovani assistenti e sta in un grande scranno marmoreo, tra due plinti con finti altorilievi di putti a coppie, in varie posizioni. Il loro nome è scritto in tabelle sotto la piattaforma che fa da base al trono: a parte quella di Zaccaria, sotto la quale campeggia lo stemma Della Rovere, ciascuna tabella è retta da un putto.

La Sibilla è presente anche sui francobolli:
Poste Vaticane (1964) - Poste Italiane (1961) 

Braccio di Jovanotti con il tatuaggio della Sibilla Delfica
Il susseguirsi di Sibille e Profeti genera un crescendo, sia figurativo (nelle dimensioni e nella monumentalità) che psichico, dalla calma meditazione di Zaccaria sopra la porta, fino allo sconvolgimento nel pieno del furor profetico di Giona. La maggiore dimensione di quelli più vicini all'altare è ottenuta abbassando il sostegno della base. Nella teologia rinascimentale le sibille, sebbene appartenenti al mondo pagano, erano spesso associate ai profeti, poiché si ritenevano a pieno titolo partecipi della rivelazione divina, nella misura in cui Dio aveva desiderato, e capaci di annunciare la venuta di Cristo nelle loro profezie. Nelle loro figure mascoline si vede bene come Michelangelo attribuisse possenti fisici muscolosi anche alle figure femminili. Talvolta, ma non sempre, la scelta di un profeta o di una sibilla è legato alla storia rappresentata al centro: ad esempio Geremia, preannunciatore di tempi di scelleratezza e lontananza degli uomini da Dio che verranno però superati con una nuova alleanza (la venuta di Cristo, ma anche la fine dei tempi), si trova vicino alla scena della Separazione della luce dalle tenebre, prefigurazione della separazione dei giusti dai malvagi durante il Giudizio Universale.




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