giovedì 28 novembre 2019

Repubblica Italiana 1985 - 500 Lire “Anno degli Etruschi”


Anno degli Etruschi 
«È in verità impressionante il constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C., pressoché la stessa regione dell'Italia centrale, l'Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il focolaio determinante della civiltà italiana.» (Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, 1967, p. 23.) 

Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, e a sud, in alcune aree della Campania. 

La fase più antica della civiltà etrusca è la cultura villanoviana, attestata a partire dal IX secolo a.C., che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (XII - X secolo a.C.). La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista della città etrusca di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e terminò nel 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto. 

Nella loro lingua chiamavano se stessi Rasenna o Rasna, che si ritiene essere un nome derivato da un eponimo. In greco Tyrsenoi (ionico e attico antico: Τυρσηνοί, Türsenòi, in dorico: Τυρσανοί, Türsanòi, abitanti della Τυρσηνίη, Türsenìe, entrambi col significato di "Tirreni"), mentre in latino Tusci o Etrusci da cui "Etruschi" ed "Etruria". 

La più antica menzione degli Etruschi rimasta è quella dello scrittore Esiodo, scritta nel suo poema Teogonia, in cui, al verso 1016, menziona «tutti i popoli illustri della Tirrenia» volutamente al plurale, poiché intendeva comprendere le genti non greche d'Italia. Esiodo scriveva i suoi versi alla fine dell’VIII sec. a.C: a questo periodo (circa 700 a.C.) risalgono le più antiche iscrizioni etrusche conosciute, scritte nell'alfabeto euboico che i commercianti etruschi avevano appreso durante i loro contatti con i Greci all'emporio di Cuma nell'Italia meridionale, almeno settant'anni prima. 

«In realtà, una volta strappata la maschera orientalizzante che li travestiva, (gli Etruschi) sono gli Italici di ieri e di oggi che ci appaiono in una impressione di allucinante consanguineità.» (Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, 1967, p. 50.) 
Sull'origine e la provenienza degli Etruschi è fiorita una notevole letteratura, non solo storica e archeologica. Le notizie che ci provengono da fonti storiche, a partire dal V secolo a.C., ovvero 500 anni dopo le prime manifestazioni in Italia della civiltà etrusca, sono infatti piuttosto discordanti. Nell'antichità furono elaborate diverse tesi, riassumibili in tre filoni principali: il primo che sostiene la provenienza orientale dal Mar Egeo, Grecia o Anatolia, riportata da Ellanico di Lesbo ed Erodoto, storici greci vissuti nel V secolo a.C.; il secondo che sostiene l'autoctonia degli Etruschi elaborata dallo storico greco Dionigi di Alicarnasso vissuto nel I secolo a.C., e il terzo che sostiene la provenienza settentrionale elaborata sulla base di un passo di Tito Livio che mette in collegamento gli Etruschi con le popolazioni alpine, in particolare i Reti. Per gli studiosi moderni la tesi dell’autoctonia o della provenienza settentrionale sarebbero preferibili. Studi recenti di linguistica hanno dimostrato una consistente affinità della lingua etrusca con la lingua retica parlata nelle Alpi. 

Francobolli della Repubblica Italiana del 1958-1966 e ss.

Studi genetici dell'Università di Ferrara e Firenze, pubblicati nel 2013, sul DNA mitocondriale di una trentina di campioni etruschi vissuti tra l'VIII secolo a.C. e il III secolo a.C., condotti grazie a tecnologie di nuova generazione di sequenziamento del DNA (NGS), danno ragione alla versione di Dionigi di Alicarnasso: gli Etruschi erano autoctoni. Uno studio genetico dell'Università di Stanford, pubblicato nel 2019, dopo aver analizzato il DNA autosomico di alcuni campioni dell'età del ferro provenienti dalle aree intorno a Roma, ha concluso che non ci fossero significative differenze genetiche tra Etruschi e Latini del Latium vetus. (tratto da Wikipedia) 

Nome della Moneta
500 Lire Repubblica Italiana - “Anno degli Etruschi”
Descrizione Moneta
Al Dritto è raffigurata una statuetta (bronzetto votivo) etrusca raffigurante un guerriero con elmo e scudo. Il guerriero etrusco è rappresentato nell'atto di scagliare la lancia. La statuetta risale alla prima metà del V secolo a.C. ed è conservata a Firenze nel Museo Archeologico). E' probabile che l'immagine riproduca quella di Maris (Marte), divinità guerriera. La stessa è molto ben conservata, ricca di dettagli soprattutto nelle armi (scudo, elmo e corazza).
Autore
Uliana Pernazza
Anno di emissione
1985
Contorno
In rilievo
Metallo
Argento 835/1000
Diametro
29 mm
Spessore
.
Peso
11 gr.
Zecca
Roma (R)
Tiratura
103.651
Rarità
C




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