Vittorio Emanuele III 1937 - Lire 5 "Fecondità" R/ |
Vittorio Emanuele III di Savoia, nasce a Napoli l'11 novembre del 1869 e diventa re d'Italia nel 1900. Il venticinquennale della sua ascesa al trono verrà ricordata nel 1925 con la serie "Vetta d'Italia", che ricorda anche il decennale dell'inizio del primo conflitto mondiale. Studioso di numismatica, pubblica tra il 1914 ed il 1943 il Corpus Nummorum Italicorum, un'opera in 20 volumi rimasta incompiuta sulle monete italiane dalla fine dell'impero romano.
Durante il suo lungo e travagliato regno l'Italia passa attraverso differenti fasi storiche (prima Guerra Mondiale e Fascismo) che segnano ampiamente la produzione di monete. Le monete precedenti alla Grande Guerra come modulo e peso si rifanno a quelle dei precedenti regnanti. Tuttavia viene rapidamente abbandonata quella monotonia stilistica che ha caratterizzato le monete di Vittorio Emanuele II e di Umberto I e che si può individuare solo nei tagli minori di inizio secolo. Prevale l'argento e gli stili si fanno subito molto eleganti e risentono degli influssi dell'Art Nouveau. Man mano che il Fascismo e l'Autarchia prendono piede in Italia, la monetazione si fa sempre più austera e abbonda i riferimenti al Regime; viene introdotto per la prima volta l'Acmonital nella produzione di monete.
Luca Signorelli 1500 c. - Allegoria della Fecondità e dell'Abbondanza
Nome
della Moneta
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“Fecondità o Famiglia” |
Diritto
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Testa nuda del Re Vittorio Emanuele III volto a sinistra, intorno «VITT·EM·III·RE·E·IMP·» |
Rovescio
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La Fecondità (Italia attorniata dai suoi figli) con bambini, seduta tra stemma sabaudo coronato e data e fascio littorio (1) con era fascista (2); attorno: ITALIA e, nell'esergo, il valore (L. 5) tra segno di zecca e nome dell'autore «G. ROMAGNOLI» (3) |
Anno
di emissione
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Queste monete furono coniate dal 1936 al 1937 con successive coniazioni per i collezionisti dal 1938 al 1941. Queste monete vennero coniate per la celebrazione dell'Impero. |
Modellista
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Giuseppe Romagnoli |
Incisore
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Pietro Giampaoli |
Decreto
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Regio Decreto n. 106 dell’8 Maggio 1937 |
Contorno
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Contraddistinto da tre FERT in incuso tra nodi e stellette |
Metallo
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Argento 835/1000 |
Diametro
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23 mm |
Assi
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Alla Francese |
Peso
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5 gr. |
Zecca
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Roma |
Tiratura
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Prima serie 1.016.000 (1936) mentre ne 1937 ne furono coniate 100.000 (R) |
Vittorio Emanuele III 1937 - Lire 5 "Fecondità" D/ |
(1) I fasces lictoriae erano, nell'Antica Roma, un simbolo del potere e dell'autorità maggiore, l'imperium. Si trattava di un fascio cilindrico di verghe di betulla bianca, simboleggianti il potere di punire, legate assieme da nastri rossi di cuoio (latino: fasces), simboli di sovranità e unione, al quale talvolta era infissa un'ascia di bronzo, a rappresentare il potere di vita e di morte sui condannati romani. La funzione dei fasci non era esclusivamente simbolica, giacché le canne venivano materialmente usate per fustigare i delinquenti sul posto e analogamente l'ascia era utilizzata nell'amministrazione delle pene capitali e comunque come mezzo di difesa da parte della scorta di lictores, i particolari servitori dello stato incaricati di recare i fasces.
(2) L'Era fascista fu creata, come dice lo stesso termine, nel periodo fascista, adottando come data di inizio quella del giorno della Marcia su Roma, che avvenne il 28 Ottobre 1922. Il primo anno dell'era fascista iniziava quindi il 29 Ottobre 1922 e terminava il 28 ottobre 1923. Dal 29 Ottobre 1923 iniziava il secondo anno, e così via. L'obbligo di aggiungere, in numero romano, l'anno dell'era fascista accanto a quello dell'era cristiana entrò in vigore a partire dal 29 ottobre 1927, in seguito a una circolare del 25 dicembre 1926. La data della sua cessazione può essere considerata il 25 luglio 1943, quando venne fatto cessare il regime fascista. Tuttavia, dal 15 settembre 1943 alla fine di aprile 1945 fu ancora in vigore nella Repubblica sociale italiana, ossia nell'Italia settentrionale governata dal fascismo. Talvolta, i libri dell'epoca riportano solo l'anno dell'era fascista, e non la data dell'era cristiana.
(3) Giuseppe Romagnoli (14 dicembre 1872-1966) è stato un prolifico scultore, medaglista e incisore della zecca italiana. Studiò presso il Collegio Artistico Venturoli di Bologna e successivamente ottenne il pensionato artistico Angiolini nel quadriennio 1892-96. Dal 1897 iniziò ad ottenere i primi riconoscimenti come artista iniziando a partecipare assiduamente alle Esposizioni Biennali d'arte della città di Venezia. Nel campo della medaglistica devono essere ricordate le straordinarie medaglie eseguite per l'Istituto Internazionale d'Agricoltura, per il "Bimillenario di Virgilio", per la "Mostra Augustea della Romanità", per il "Ventennale della Rivoluzione Fascista", per l'Inaugurazione" del Comune e della Provincia di Littoria e del Comune di Sabaudia. Infatti oltre alla scultura, il Romagnoli dedicò la sua attività quasi esclusivamente alla medaglistica. Inoltre, sono suoi pressoché tutti i modelli per le monete del Regno d'Italia (dal 1918), dell'Impero (dal 1936) e della Repubblica Italiana.
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