Una piccola premessa
In numerose monete del Regno d'Italia ricorre il tema dell’Agricoltura. L’Italia agricola la ritroviamo ad esempio nella 100 Lire in oro del 1910 - Vittorio Emanuele III. Qui “l’Aratrice” ha in mano un fascio di grano mentre con un aratro è intenta ad arare la terra.
Questa tipologia di monete che rappresenta una Italia matronale, cioè vista come la "Madre Buona" la ritroviamo in numerose monete del periodo monarchico. Una donna possente in tunica e con la corona turrita (cioè a forma di torre) e con altri attributi variabili: un fascio di spighe, evidente richiamo alla dea Cerere.
In altre monete l'Italia ha la spada, l’elmo o un ramo d’ulivo.
Molto bella, come abbiamo visto, è anche la moneta di Bistolfi (20 centesimi “Libertà librata”) dove l’Italia, stilizzata regge con la mano una spiga di grano e sul rovescio è impressa una bella donna sospesa in aria con una fiaccola in mano, simbolo della libertà. L’aratro, il bue, l’ape, la vigna, la spiga di grano sono temi ricorrenti nelle monete sia del passato lontano sia di tempi più recenti, ed è interessante notare alcune similitudini tra antiche monete risalenti al 500 a.C. e le monete che stiamo ora esaminando e che vedremo sono ricorrenti anche nelle prime monete della Repubblica italiana (in particolare 2 e 10 lire). La spiga d'oro veniva infatti raffigurata sulle monete di Metaponto (lo statere, l’obolo con Demetra su una faccia della moneta e la spiga sul retro Dracma in argento).
Il rapporto tra agricoltura e monete deve leggersi sia in riferimento al valore, in termini economici, del lavoro agricolo come mezzo di sostentamento e sia in riferimento ai soggetti agricoli più rappresentati sulle monete: es. l’aratrice con un fascio di spighe in mano mentre ara la terra, la spiga di grano, l’aratro.
La spiga di grano è emblema della primavera, della natura che si risveglia, che vince il buio e l’immobilità dell’inverno e dunque la morte (Mito di Demetra o Proserpina).
Il Grano è dono di Dio, simbolo del lavoro e della fatica umana. Il seme ogni anno muore per rinascere puntualmente a nuova vita salvando l’uomo dalla morte per fame. Nella Bibbia molti sono i passi che fanno riferimento al grano, in particolar modo nei Vangeli dove questa pianta addomesticata dall'uomo non è solo dono divino e segno di abbondanza, ma diventa simbolicamente alimento per l’anima.
La spiga di grano o “spiga d’oro” è simbolo di lavoro operosità dell’uomo. In araldica la spiga di grano è simbolo di operosità agricola. Simboleggia anche abbondanza, ricompensa al lavoro e pace.
Durante il primo periodo repubblicano, come vedremo, il tema agricolo ritorna nelle prime monete.
Scheda tecnica della moneta
Aratrice |
In altre monete l'Italia ha la spada, l’elmo o un ramo d’ulivo.
Molto bella, come abbiamo visto, è anche la moneta di Bistolfi (20 centesimi “Libertà librata”) dove l’Italia, stilizzata regge con la mano una spiga di grano e sul rovescio è impressa una bella donna sospesa in aria con una fiaccola in mano, simbolo della libertà. L’aratro, il bue, l’ape, la vigna, la spiga di grano sono temi ricorrenti nelle monete sia del passato lontano sia di tempi più recenti, ed è interessante notare alcune similitudini tra antiche monete risalenti al 500 a.C. e le monete che stiamo ora esaminando e che vedremo sono ricorrenti anche nelle prime monete della Repubblica italiana (in particolare 2 e 10 lire). La spiga d'oro veniva infatti raffigurata sulle monete di Metaponto (lo statere, l’obolo con Demetra su una faccia della moneta e la spiga sul retro Dracma in argento).
Lucania, Statere, Metaponto, c. 330-290 a.C. (immagine tratta dal sito ArtCoins Roma) |
La spiga di grano è emblema della primavera, della natura che si risveglia, che vince il buio e l’immobilità dell’inverno e dunque la morte (Mito di Demetra o Proserpina).
Il Grano è dono di Dio, simbolo del lavoro e della fatica umana. Il seme ogni anno muore per rinascere puntualmente a nuova vita salvando l’uomo dalla morte per fame. Nella Bibbia molti sono i passi che fanno riferimento al grano, in particolar modo nei Vangeli dove questa pianta addomesticata dall'uomo non è solo dono divino e segno di abbondanza, ma diventa simbolicamente alimento per l’anima.
La spiga di grano o “spiga d’oro” è simbolo di lavoro operosità dell’uomo. In araldica la spiga di grano è simbolo di operosità agricola. Simboleggia anche abbondanza, ricompensa al lavoro e pace.
Durante il primo periodo repubblicano, come vedremo, il tema agricolo ritorna nelle prime monete.
Scheda tecnica della moneta
Nome
della Moneta
|
“10 Lire Spighe” |
Descrizione Moneta
|
DIRITTO: Rappresentazione di due spighe di grano e Numero 10. Firma dell’autore (ROMAGNOLI) ROVESCIO: Rappresentazione di un aratro, strumento agricolo con il quale si effettuava la principale lavorazione del terreno e la scritta “Repubblica Italiana”. In basso anno di coniazione ed a sx segno R di Zecca. |
Valore
|
10 Lire Italiane |
Data
di emissione
|
Dal 1951 al 2001 (il disegno è del 1950) |
Contorno
|
Liscio |
Metallo
|
Italma |
Diametro
|
23,30 mm |
Spessore
|
2,20 mm |
Peso
|
1,6 g |
Zecca
|
Roma (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) |
Tiratura
|
dal 1951 (96.600.000) al 1999 (1.500.000), dal 2000 al 2001 inserita solo nella divisionale. |
Le mie Dieci Lire: Emissioni, tirature e condizioni
Anno
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Valore
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Condizione
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Tiratura
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Rarità
|
1951
|
10 Lire
|
MB
|
96.600.000
|
C
|
1952
|
10 Lire
|
MB
|
105.150.000
|
C
|
1953
|
10 Lire
|
MB
|
151.500.000
|
C
|
1954
|
10 Lire
|
FDC
|
95.250.000
|
C
|
1955
|
10 Lire
|
FDC
|
274.950.000
|
C
|
1956
|
10 Lire
|
MB
|
76.650.000
|
C
|
1965
|
10 Lire
|
MB
|
4.050.000
|
C
|
1966
|
10 Lire
|
FDC
|
16.500.000
|
C
|
1967
|
10 Lire
|
FDC
|
29.450.000
|
C
|
1968
|
10 Lire
|
FDC
|
32.000.000
|
C
|
1969
|
10 Lire
|
FDC
|
23.710.000
|
C
|
1970
|
10 Lire
|
FDC
|
14.100.000
|
C
|
1971
|
10 Lire
|
FDC
|
23.550.000
|
C
|
1972
|
10 Lire
|
FDC
|
61.200.000
|
C
|
1973
|
10 Lire
|
FDC
|
145.800.000
|
C
|
1974
|
10 Lire
|
FDC
|
84.300.000
|
C
|
1975
|
10 Lire
|
FDC
|
85.800.000
|
C
|
1976
|
10 Lire
|
FDC
|
83.550.000
|
C
|
1977
|
10 Lire
|
FDC
|
81.900.000
|
C
|
1978
|
10 Lire
|
FDC
|
46.320.000
|
C
|
1979
|
10 Lire
|
FDC
|
100.000.000
|
C
|
1980
|
10 Lire
|
FDC
|
89.946.000
|
C
|
1981
|
10 Lire
|
FDC
|
91.754.000
|
C
|
1982
|
10 Lire
|
FDC
|
64.500.000
|
C
|
1983
|
10 Lire
|
FDC
|
15.000.000
|
C
|
1984
|
10 Lire
|
FDC
|
11.000.000
|
C
|
1985
|
10 Lire
|
FDC
|
15.000.000
|
C
|
1986
|
10 Lire
|
FDC
|
16.000.000
|
C
|
1987
|
10 Lire
|
FDC
|
13.000.000
|
C
|
1988
|
10 Lire
|
FDC
|
13.000.000
|
C
|
1989
|
10 Lire
|
FDC
|
16.000.000
|
C
|
1990
|
10 Lire
|
FDC
|
14.000.000
|
C
|
1991
|
10 Lire
|
FDC
|
5.000.000
|
C
|
1992
|
10 Lire
|
FDC
|
1.000.000
|
C
|
1993
|
10 Lire
|
FDC
|
1.000.000
|
C
|
1994
|
10 Lire
|
FDC
|
1.000.000
|
C
|
1995
|
10 Lire
|
FDC
|
2.500.000
|
C
|
1996
|
10 Lire
|
FDC
|
3.500.000
|
C
|
1997
|
10 Lire
|
FDC
|
2.000.000
|
C
|
1998
|
10 Lire
|
FDC
|
1.500.000
|
C
|
1999
|
10 Lire
|
FDC
|
1.500.000
|
C
|
DAL
2000 AL 2001 SOLO IN CONFEZIONE
DIVISIONALE
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