500.000 lire “Raffaello Sanzio”
Questa banconota fu l'ultimo emesso nella storia della lira italiana, ed è anche quello con più alto valore e fu dedicata a Raffaello Sanzio. Il recto del biglietto reca nella zona a destra l’effigie di Raffaello, ispirata all'autoritratto conservato presso la Galleria degli Uffizi in Firenze, stampata in calcografia con colore blu scuro su fondino offset puntinato, di colore rosa e giallo. Nella parte inferiore che delimita la figura è stampato in calcografia in colore azzurro il nome dell’artista “RAFFAELLO”, su fondino ondulato e realizzato nei colori rosso violaceo e ocra. Nella parte sottostante il ritratto, a delimitazione dello stesso, sono impressi ripetutamente in microscrittura calcografica nome, date e luoghi di nascita e di morte dell’artista: “RAFFAELLO SANZIO URBANO 1483 ROMA 1520”. I nomi del bozzettista “G. SAVINI INV.” e dell’incisore “T. CIONINI INC.” sono stampati, in verticale, sulla destra del ritratto.
Nella parte centrale del biglietto è stampato in calcografia un particolare con colore blu-scuro dell’affresco “Il Trionfo di Galatea” (Villa della Farnesina, Roma). Nella parte inferiore a sinistra della “Galatea” e a delimitazione dello stesso, è impressa ripetutamente in microscrittura calcografica la dicitura “IL TRIONFO DI GALATEA” in colore azzurro. Nella parte inferiore, a sinistra del motivo a guilloche che contorna la “Galatea”, è presente il contrassegno. Nella parte superiore della zona riservata alla filigrana è stampata in calcografia la cifra “500000”, con inchiostro il cui colore verde si tramuta in blu se l’osservatore guarda il biglietto da una diversa angolazione.
Sul verso del biglietto è raffigurato il suo affresco "La Scuola di Atene".
Il predetto dipinto è tratto dalla Stanza della Segnatura del Vaticano in Roma, stampata in calcografia con colore blu scuro. La riproduzione è contornata da un motivo a guilloche stampato in calcografia con colori azzurro e rosso violaceo. Sottostante alla stampa calcografica della “Scuola”, è stampato un fondino offset realizzato con linee di colore arancio variamente inclinate. Nelle parti superiori destra e sinistra del motivo a guilloche è impressa ripetutamente in microscrittura calcografica la dicitura “LA SCUOLA D’ATENE” nei colori azzurro e rosso violaceo. Nella parte inferiore destra del motivo a guilloche è impresso il nome dell’incisore “G. CAPPONI INC.”.
Nome
del biglietto:
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RAFFAELLO SANZIO
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Termine ufficiale del
biglietto:
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500.000 lire tipo 1997
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Corso legale sino al 28/02/2002
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Bozzetto:
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Guglielmo
Savini “G. SAVINI INV.”
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Incisore:
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Trento
Cionini “T. CIONINI INC.” (recto); Giorgio Capponi (verso)
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Dimensioni in mm:
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163
X 78
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Tecniche di stampa:
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Calcografia
e offset. La numerazione è stampata tipograficamente
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Carta:
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Lievemente filigranata di lieve
tonalità gialla, di speciale impasto ad alte caratteristiche, contenente
fibrille luminescenti. La carta contiene due fili di sicurezza svolgentesi in
senso verticale; il primo reca la scritta “BANCA D’ITALIA” leggibile in
controluce [...]
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Filigrana:
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La
filigrana, a punto fisso, è costituita da tre elementi: una testina in
chiaroscuro raffigurante la stessa effigie di Raffaello stampata sul recto;
il monogramma "BI" compreso tra motivi ornamentali, realizzato a
linea chiara nella zona immediatamente al di sotto della testina; elementi
geometrici di forma rettangolare
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Officina:
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Officina
della Banca d'Italia di Roma
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Tiratura:
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281.168.000
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Contrassegno di Stato:
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Leone
di San Marco e Repubbliche Marinare
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Firme:
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Antonio
Fazio, Amici
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Decreto delle caratteristiche:
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Decreto
del Ministero del Tesoro 6 Maggio 1997 (G.U.
13/05/1997, n. 109) Ministro Guido Carli)
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Decreti di emissione:
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13/05/1997
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Serie:
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FA 584158 D
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G.U. 13/05/1997, n. 109 |
Il Trionfo di Galatea
Il dipinto autografo di Raffaello realizzato con tecnica ad affresco alla Farnesina (Roma) nel 1511 e misura 295 x 225.
L’opera, la cui tematica è ispirata a Teocrito ed Ovidio, molto probabilmente attraverso il poeta quattrocentesco Angelo Ambrogini detto il Poliziano, venne realizzata dal Sanzio nel 1511, nella sala detta “della Galatea” situata al piano terra della bellissima villa di Agostino Chigi.
Raffaello affrescò “Il trionfo di Galatea” sotto una lunetta di Sebastiano del Piombo (1485 – 1547); a proposito di quanto detto, esiste una descrizione nel De Viridario Augustini Chigi … libellus del Gallo, pubblicato proprio nel 1511 a Roma. Galatea, raffigurata negli aspetti e negli atteggiamenti della Santa Caterina d’Alessandria (olio su tavola anch'essa realizzata dall'artista nel 1508, attualmente alla National Gallery di Londra) scivola trionfalmente sulle onde in una conchiglia trainata dai delfini guidati dal fanciullo Palemone; il suo sguardo è rivolto verso il cielo, dove sta – sopra una nube – un amorino che reca un fascio di frecce nelle mani a simboleggiare la purezza dell’amore platonico.
Nella composizione, il ritmo danzante e vorticoso, con al centro una Galatea dinamica e vigorosa, evidenzia una forte espressione compositiva ed una chiara allusione al classicismo, quello inteso da Raffaello come la "maniera antica". La luce cristallina mette in forte evidenza i corpi vigorosi dei tritoni sul pregevole intarsio del fondo in una tonalità tendente al verde delle impraticabili acque. Insieme alla figura centrale, spicca con forza il solido rosso del manto svolazzante per il vento: il tutto in un cromatismo irreale che porta direttamente all'antica pittura romana. Qualche studioso, fu d’accordo con Cavalcaselle ad avvicinare la composizione in esame al bassorilievo del Coro dì Afrodite (nei Musei Capitolini) e, quindi, ad attribuirne a Giulio Romano gran parte della raffigurazione: tale ipotesi, mai suffragata da documentazioni, fu respinta da gran parte della critica ufficiale (tratto dal sito https://www.frammentiarte.it/2016/31-il-trionfo-di-galatea/).
Per approfondimenti |
La lunetta che raffigura La scuola di Atene rappresenta un grande edificio classico. In primo piano Raffaello dipinse un pavimento decorato con quadrati regolari. Su di esso si innalza una gradinata e da questa alcune architetture classiche con archi, soffitti a botte decorati con lacunari e nicchie contenenti statue. Sotto le nicchie sono dipinti dei bassorilievi classici. Gli edifici creano una scenografia simmetrica con al centro uno sfondamento verso il cielo azzurro attraversato da nuvole bianche. Nella scena vi sono scienziati e intellettuali contemporanei a Raffaello e appartenenti al mondo classico.
I protagonisti dipinti al centro contro il cielo sono i filosofi Platone e Aristotele. Platone ha un braccio alzato e con una mano indica il cielo. Si tratta di un riferimento al mondo delle idee che furono l’oggetto del suo studio. Aristotele invece ha il braccio alzato di fronte a sé e il palmo della mano rivolto verso il basso. Con questo gesto il filosofo indica il suo interesse per l’esperienza e la natura.
Il significato del grande affresco di Raffaello è quello di celebrare la civiltà romana e il papato come erede della cultura della classicità. Alcuni personaggi hanno un aspetto che ricorda gli artisti contemporanei di Raffaello. Platone ricorda Leonardo mentre Michelangelo impersona Eraclito.
La scuola di Atene secondo il programma di Papa Giulio II doveva rappresentare la filosofia. L’intera stanza doveva indicare i valori del bene, del vero e del bello. In particolare l’immagine doveva indicare l’unica via con la quale l’uomo può arrivare al bene e quindi a Dio. Le statue che si vedono dipinte all'interno delle nicchie sono a sinistra Apollo e a destra Minerva. I due personaggi mitologici rappresentano la ragione.
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Il Maestro della banconota – Ritratto di Trento Cionini
Questo biglietto fu disegnato dall'allora settantottenne Trento Cionini il quale, pur essendo in pensione dal 1980 non ha mai smesso di collaborare con Palazzo Koch. Nel 1997 venne nuovamente cooptato dalla Banca d'Italia, che gli affidò, anche come suggello di una formidabile carriera, il compito di incidere col suo bulino, la matrice di quella che sarà destinata ad essere ricordata come l'ultima banconota in lire italiane. T. CIONINI INC.
“Gli addetti ai lavori sanno bene che il punto cruciale nella realizzazione di una banconota è l’incisione della lastra, da cui verranno tratti i modelli per la stampa. Ma se l’artista crea gli unicum, l’incisore deve essere, innanzitutto, un valente artigiano, dotato di particolari doti di manipolazione strumentale, che gli consentono di riprodurre fedelmente, con il bulino, un soggetto prescelto. Seppur raramente, può accadere che un incisore non sia solamente un artigiano, ma anche un artista, e che sappia ricreare con il bulino i tratti caratteristici dell’opera d’arte. Se così è, nelle stampe ricavate delle sue incisioni, sono individuabili quegli elementi che contraddistinguono un capolavoro, come, ad esempio, la dolcezza di uno sguardo, la morbidezza di un atteggiamento, la raffinatezza dei dettagli. L’Italia ha il privilegio di aver dato i natali a un artista della banconota, che ha saputo coniugare abilmente artigianato e arte, uno tra i maggiori incisori europei del nostro tempo: il maestro Trento Cionini. Entrato in Banca d’Italia nel 1957, nel 1960 Cionini diventa capo incisore. Lavora e, contemporaneamente, insegna la sua arte a molti allievi, provenienti da tutto il mondo. Nel 1980 va in pensione, ma la Banca d’Italia non vuole privarsi di questo prestigioso collaboratore, che continua a operare per molti anni ancora. Si devono al bulino di Cionini alcune fra le più riuscite banconote dedicate agli uomini illustri, cominciando dalle 10.000 lire del 1962, con Michelangelo, per finire alle 500.000 del 1997, con Raffaello. Altre sue memorabili incisioni hanno dato vita alle 1.000 lire con Verdi e Marco Polo, alle 2.000 con Galilei, alle 5.000 con Colombo, Antonello Da Messina e Bellini, alle 10.000 con Michelangelo e Machiavelli, alle 20.000 con Tiziano, alle 50.000 con Leonardo, alle 100.000 con Manzoni e Caravaggio.
Trento Cionini |
Il ritratto ad acquerello di Gandhi che oggi figura sulle banconote dell'India. L’abilità e il talento artistico di Cionini non sfuggono ai produttori di carte-valori di tutto il mondo. La principale azienda del settore, Giori-Thomas de la Rue, affida a lui le realizzazioni delle banconote di molti Paesi, tra cui: Cina, Germania, Argentina, Indonesia, Marocco, Brasile, Turchia, Zaire, Venezuela, Jugoslavia, Vietnam, Bangladesh, Korea, Polonia, Angola. Dal 1987, su tutti i tagli delle banconote, che circolano in India, c'è uno splendido ritratto di Ghandi, disegnato e inciso da Trento Cionini. C'è la raffinata mano di Trento Cionini anche nei dollari canadesi e nei marchi tedeschi.
Tempo fa, nella speranza d'interpretare più compiutamente le opere del "maestro della banconota", chiesi al maestro Cionini: come mai le sue banconote piacciono tanto? Qual è il segreto della riuscita dei suoi lavori? Ma, Cionini, riservato e umile come tutti i veri artisti, preferì parlare di sé con le sue opere. L’unica frase che riuscii a strappargli fu: “Il mio lavoro mi diverte”. E, infatti, fino all'ultimo, ha trascorso il suo tempo a disegnare. Mi mostrò uno splendido bozzetto per il monumento alla Lira, e il suo progetto per le eventuali nuove banconote da 1 Euro. Dal Vietnam al Venezuela, molte banche centrali hanno affidato al maestro Cionini le loro banconote più importanti. Così, quando ho incominciato a scrivere queste brevi note, per leggere meglio il suo lavoro, ho osservato dettagliatamente la sua ultima, e forse più affascinate, banconota da 500.000 lire.
Prescindendo dal talento artistico, è evidente la cura con cui è eseguita l’incisione. Se si osserva il volto di Raffaello e le altre raffigurazioni con una lente, ci si accorge che le immagini sono costituite da tratti minuti, da piccolissimi puntini, che potrebbero sembrare anche dei retini. In termini informatici, potremmo affermare che si tratta di immagini ad altissima risoluzione. Ed è solo l’altissima risoluzione che consente di riprodurre immagini di qualità. Grazie alle minime differenze di sfumature che contraddistinguono ognuno di quei piccolissimi punti, Cionini è stato in grado di evidenziare quei sottili e impercettibili tratti che, emergendo dall'insieme, consentono all'artista di trasmettere non solo l’immagine del personaggio, ma anche la sua anima (Articolo di Guido Crapanzano).
Misure di sicurezza adottate per questa banconota
Questa banconota è stata usata solo per pochi anni, poiché è stata emessa nel 1997, non molto prima dall'introduzione dell'euro. Per questo biglietto sono state attuate diverse misure di sicurezza contro la falsificazione già sperimentate nelle banconote da 50.000 e 100.000 lire. Per riconoscere l'autenticità delle banconote è consigliabile porre attenzione all'insieme delle caratteristiche di sicurezza qui descritte e non limitarsi ad accertare la presenza di una sole di esse.
Visibili direttamente
Calcografia - la brillantezza tipica di tale stampa è percepibile visivamente, l’inchiostro a doppio effetto di colore - la cifra "500.000" cambia il proprio colore da verde a blu variando l'inclinazione della banconota. Combinazione alfanumerica - è una combinazione di lettere e cifre stampata due volte nella parte inferiore della banconota.
Visibili in trasparenza
Filigrana - è una caratteristica ottenuta dalla variazione di spessore della carta, rilevabile guardando la banconota in controluce;
Controllo del registro di stampa - è costituito da due disegni, posti rispettiva-mente sulle due facce del biglietto, che si ricompongono in controluce per formare la sagoma di un cigno;
Fili di sicurezza - sono due fili inseriti nella carta, paralleli al lato corto della banconota, ed osservabili in controluce;
Rilevabili al tatto
Calcografia - alcune parti della banconota hanno un rilievo particolarmente accentuato e rilevabile al tatto;
Visibili con lente di ingrandimento
Micro scritture - sono elementi di stampa realizzati con caratteri molto piccoli e leggibili con lente di ingrandimento;
Visibili alla luce ultravioletta
Fluorescenza - alcuni elementi della banconota risultano fluorescenti se osservati alla luce ultravioletta della lampada di Wood.
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